Torno sotto questa parete, voglio salire questa via di Twight della quale ho più volte letto nelle sue confessioni. Sono ancora solo, le condizioni sono ancora buone; supero la crepaccia con un salto piantando le picche nella neve, tengono. Salgo veloce quasi correndo i pendii di neve ghiacciata e rocce poi neve e di nuovo più ripido su ghiaccio vivo, i polpacci bruciano ed è tardi (sono salito con la terza funivia..), sono alla base delle goulottes superiori a circa metà parete, mi manca la pompa necessaria per forzare la via. Inizio a calarmi e ci metto più tempo che per la salita.. Salendo avevo fatto attenzione ai cordini e agli abalakov ma scendendo mi sembra tutto diverso. Ripasso la crepaccia ora con la sicurezza della corda, mi preparo svogliatamente al ritorno verso la funivia dei Grand Montets. Fa molto caldo so che devo fare attenzione ai ponti di neve, la traccia è buona ma c'è qualche passo infido; sfondando negli ultimi cento metri maledico la mia scelta di essere venuto in giornata poi corro su per le scale metalliche e prendo l'ultima corsa direzione Argentiere.
Fallire in questo modo è l'unica cosa che mi spinge ad allenarmi ancora di più, ad affinare la tattica e la tecnica; a scrutare e poi a correre.
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