sabato 3 marzo 2012

Cronaca di un fallimento

E' l'una e trenta di notte, il peso del sacco e la stanchezza mi costringono a bivaccare da qualche parte nel ripido bosco alla base della Val Torrone; a saperlo con altri cinque minuti di cammino avrei raggiunto la Casera Torrone, buon posto per dormire. L'idea era di arrivare alla base del Picco e passare qualche ora sotto ad un sasso per poi attaccare con la prima luce. La sveglia delle cinque non la sento, sarà il sole delle otto a farmi alzare... dovevo essere veramente stanco per dormire così profondamente tra le radici. Pazienza... mi metto in marcia pensando di bivaccare in parete. Fuori dagli alberi la neve inizia ad essere continua, non ho le ciaspole ma saltando da una pietra all'altra e con qualche sfondata arrivo a base parete. Fa un caldo bestia, ho sudato tutto quello che potevo, sono ricoperto di sale e non riesco a reidratarmi in modo adeguato intanto il sole continua ad alzarsi. Mentre sciolgo qualcosa da bere, osservando la parete mi rendo conto che non c'è neanche una chiazzetta di neve, neanche un po' nelle fessure, niente. Mi guardo attorno e vedo che di neve ne ho quanta ne voglio ma non so come portarmela in parete... è ora che comprendo il grande errore. Con me ho solo una borraccia da un litro, contavo di riempirla durante la scalata, mi sarebbe bastata qualche chiazza da sciogliere.
Stordito dal caldo e dall'avvicinamento, incasso la botta della consapevolezza del fallimento in malo modo.
Vorrei ubriacarmi ma ho solo acqua di fusione condita da sali al gusto d'arancia... ci provo e ne bevo lentamente due litri nella speranza di immagazzinare liquidi come un cammello poi riempio fino all'orlo il mio unico contenitore. Attacco il primo tiro facendo finta di non sapere che non servirà a niente, questa famigerata roccia del Picco la voglio almeno assaggiare!
In sosta mi scolo mezzo del mio unico litro poi con calma e per niente irritato mi calo, rimetto tutto a posto  e mi stendo al sole con la musica.
Penso un po' a quello che mi è capitato nelle ultime ore e ancora una volta mi rendo conto di avere imparato tantissime cose. Sono i dettagli che (insieme) fanno la differenza. 
Non ho mai frequentato corsi d'alpinismo o similari, non ho mai avuto una figura "guida", tutto quello che so è frutto dei tanti fallimenti affrontati, da solo e in compagnia. Sono un autodidatta e sono felice di esserlo.
L'ombra cala sulla Meridiana, io inizio a scendere in modo meccanico verso valle. Continua a fare un caldo anomalo. Prima di svoltare in Val di Mello, butto ancora un'occhiata in su, ho già voglia di tornare...  Al parcheggio la gradita sorpresa di un amico poi una birra al Bar Monica dove il grande Simone mi da preziosi consigli (grazie!) e poi in auto, in viaggio verso casa tra mille pensieri e un sacco dieci volte più pesante.



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