Stordito dal caldo e dall'avvicinamento, incasso la botta della consapevolezza del fallimento in malo modo.
Vorrei ubriacarmi ma ho solo acqua di fusione condita da sali al gusto d'arancia... ci provo e ne bevo lentamente due litri nella speranza di immagazzinare liquidi come un cammello poi riempio fino all'orlo il mio unico contenitore. Attacco il primo tiro facendo finta di non sapere che non servirà a niente, questa famigerata roccia del Picco la voglio almeno assaggiare!
In sosta mi scolo mezzo del mio unico litro poi con calma e per niente irritato mi calo, rimetto tutto a posto e mi stendo al sole con la musica.
Penso un po' a quello che mi è capitato nelle ultime ore e ancora una volta mi rendo conto di avere imparato tantissime cose. Sono i dettagli che (insieme) fanno la differenza.
Non ho mai frequentato corsi d'alpinismo o similari, non ho mai avuto una figura "guida", tutto quello che so è frutto dei tanti fallimenti affrontati, da solo e in compagnia. Sono un autodidatta e sono felice di esserlo.
L'ombra cala sulla Meridiana, io inizio a scendere in modo meccanico verso valle. Continua a fare un caldo anomalo. Prima di svoltare in Val di Mello, butto ancora un'occhiata in su, ho già voglia di tornare... Al parcheggio la gradita sorpresa di un amico poi una birra al Bar Monica dove il grande Simone mi da preziosi consigli (grazie!) e poi in auto, in viaggio verso casa tra mille pensieri e un sacco dieci volte più pesante.
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