Io vedo la società ed il sistema come un grande recinto che mi circonda. Non c'è un tetto, il cielo è visibile e serve a far sognare, la staccionata si supera con un salto slanciato.
Fuori il mondo è come all'origine della razionalità, fuori puoi sentire quello che sentiva un uomo delle caverne. Ho insita una tendenza all'avventura, mi piace andare fuori. Credo che sia il ritorno al sistema che mi faccia apprezzare il fuori (sistema). Come se tornato dietro le sbarre capissi ed apprezzassi ancor di più il blu limpido del cielo.
Il sistema ci seda sempre di più, sento l'adrenalina necessaria come una droga. Voglio provare tutto quello che un vero uomo può provare. Amo le attività psicofisiche dove la resistenza della mente e del corpo viene messa alle strette. Amo frustare la mente e il corpo. Noi siamo natura, natura sedata, io voglio provare ciò che prova la natura viva. Cosa prova un leone che si guadagna con la lotta il cibo oppure una foca che scampa l'attacco di un orso bianco oppure un uccello a migrare per migliaia di chilometri o perchè no una pianta a vivere centinaia di anni o uno scoglio a subire gli elementi per millenni?
Tutti loro forse non provano niente perchè non sono razionali ma istintivi. Fanno così e basta.
Io però so cosa si prova a stare in un letto d'ospedale e guardare fuori dalla finestra il cielo blu e desiderare al massimo di correre fuori. So anche cosa si prova in una situazione di pericolo vitale in montagna. La possibilità di conoscere e confrontare le cose mi permette di apprezzarle oppure detestarle. L'apertura mentale e la predisposizione all'esperienza e all'avventura mi appaiono quindi indispensabili per vivere in modo attivo.
Parto per scalare in Pakistan per saltare il recinto ed avventurarmi fuori.
Spero di tornare per poter apprezzare il valore dell'esperienza.
Riesco ad amare la vita unicamente accettando la morte.
La morte può avvenire in ogni momento e casualmente, ritengo quindi inutile e stupido passare la vita a cercare di sfuggire alla morte che oltretutto è certa, prima o poi. Preferisco conoscerla ed accettarla (come una vicina che quando ascolti rock ad alto volume ti bussa con il manico di scopa dal piano di sotto) e vivere pienamente ogni istante della mia vita.
Facendo slack line ho imparato che per conquistare l'equilibrio bisogna continuare a perderlo.
La razionalità è geniale per una cosa sola: consapevolezza.
Essere consapevoli permette di pensare all'azione e quindi apprezzarla oppure no.
Penso sia questo il valore aggiunto della razionalità, poter apprezzare l'irrazionale.
La razionalità è il punto fisso che ti permette di fluttuare (o surfare) tra terra e aria (come sulla slack).
Consapevole del fatto che una perdita d'equilibrio con relativa caduta equivale a morte certa, affronto con serenità il cammino che mi porta da un albero all'altro, provo delle figure, surfo, rischio.
Tutto questo mi rende immensamente felice e vivo.
«A partire da quest'ora mi ordino libero di limiti e linee immaginarie. Vado dove voglio, totale e assoluto signore di me. Do ascolto agli altri, considerando bene quello che dicono. M'arresto, ricerco, ricevo, contemplo. Dolcemente, ma con volontà incoercibile, mi svincolo dalle remore che trattenermi vorrebbero».
Walt Whitman, “Song of the Open Road”
Walt Whitman, “Song of the Open Road”
Inoltre mi chiedo: perchè uno, per sentirsi libero, va a rischiare la vita invece di provare a viverla? Secondo me ha senso rischiare "irresponsabilmente" la vita o quando non si ha più speranze oppure quando si ha già provato tutto quello che si poteva provare nella vita.
RispondiEliminanel momento in cui uno dà poca importanza alla vita io gli chiederei: ma se per te è poco importante, vuol dire che non te ne frega molto del tuo futuro, quindi perchè invece di rischiare di buttare la vita nel cesso non prendi e parti per un viaggio, o inizi un corso di sub, o di deltaplano, o di speleologia, o non ti metti a studiare una materia che ti piace, o non provi un qualche sport, o a giocare a scacchi, o a leggerti tutti i libri del tuo autore preferito, o ad andare in un paese e imparare una lingua, o a tentare in tutti i modi di fare il lavoro che hai sempre sognato, o provare a dedicarti alla spiritualità, diventare un eremita, un buddista, oppure buttarsi in politica per tentare di migliorare il mondo, o iniziare a perseguire un utopia...
Le cose da fare nella vita sono infinite, mentre per morire si è sempre in tempo. Niente ti vieta, una volta arrivato a 70 anni, di morire tentando di scalare il K2.
Ma finchè non hai provato tutto, non sarebbe uno spreco morire prima? io non dico di fare il cittadino modello, o il cittadino medio dello stato, di restare nel "sistema", di essere un bravo cagnolino della società... ma di modi per evadere ce n'è moltissimi, possibile che l'unico che ti piaccia sia quello di rischiare la vita?
L'adrenalina può scorrere nel tuo sangue anche quando senti suonare la tua canzone preferita, anche quando leggi il tuo libro preferito, anche quando preghi o quando bestemmi o quando discuti con il tuo migliore amico o quando fai centro da 70 metri tirando con l'arco, o anche quando arrivi in cima ad una montagna, anche se non hai rischiato la vita per farlo...
Per morire c'è sempre tempo, ed è probabile che anche quella sarà un'avventura incredibile, magari adrenalinica, ma non ha senso cercare quell'emozione prima del tempo.
Le scelte non sono solo due: restare nel gregge o rischiare la vita, sono sicuro che se ci si impegnasse, si potrebbe essere felici e provare scariche adrenaliniche ugualmente (forse non altrettanto intense, ma diciamo che i vantaggi sarebbero maggiori degli svantaggi). Magari alla fine si scopre che no, l'unico modo per essere felici è rischiare la vita, ma se non fosse così, e prima non si avesse provato qualcosa di meno rischioso ma altrettanto appassionante, si rischierebbe di morire per nulla. sarebbe stupido, no?