domenica 6 maggio 2012

Noi pazzi del Verdon

- Perché? Perché no?! - Sono le due di notte e dopo un'ora di fatiche riusciamo ad installare la mia autoradio nella macchina di Fabio, partire senza musica voleva dire non partire. Alle cinque tocca guidare a me, due ore dopo con le prime luci vaghiamo nei terreni selvaggi del Parco del Verdon, la musica elettronica e le RedBull mi tengono sveglio ma passano minuti surreali durante i quali vedo strane cose poi torno in me ma noto che anche il copilota è sbalordito... succedono davvero strane cose.
Prima di tutto ci rechiamo al Belvedere per sporgerci e ammirare le pareti, il vento ci schiaffeggia.
Al campeggio di Maurice incontriamo gli amici di Greta, Marco e Francesca, con loro inauguriamo il nuovo giorno a suon di vino e tubino. Poi finalmente la prima roccia e subito una via, Dingomaniaque, della quale ricordiamo ben poco... eravamo in botta.
Greta rende accogliente la nostra villa-roulotte poi cenone pasta e tonno!
Abbiamo con noi due copie del libro "Quei pazzi del Verdon" e le foto ci ispirano parecchio così andiamo a cercare Triomphe d'Eros ma sbagliamo le doppie e di colpo siamo sospesi su un mega strapiombo con le corde che svolazzano nel vuoto a cento metri dal giardino. Per fortuna riusciamo a risalire per un bel tiro con lancio... troviamo infine le doppie e saranno tra le più belle che abbia mai fatto, anche Fabio concorda... mettiamo così piede sul giardino sospeso e vaghiamo non poco tra le frasche ma poi troviamo l'attacco grazie ad una buccia d'arancio che avevamo buttato dalla cima della via prima di calarci, incredibile! Se avessimo letto meglio il capitolo a riguardo non avremmo esitato tanto a lungo... Seguiamo le scritte e i bolli e mimiamo Edlinger nella famosa fessura del quarto tiro, che bel tiro! Finiamo con la luna che illumina le gole.
Nei giorni a seguire ci raggiunge Jacco, il socio di Fabio e con lui saliamo la magnifica placca di Ctuluh e Lunabong, una fessura di 150 metri. La pioggia arriva anche qui ma il vento è forte e asciuga bene. Greta (infortunata ad un dito facendo boulder in Toscana!) gironzola con il cane su e giù per il canyon e scatta foto da rivista patinata.
Grande festa con Jacco a bomba e i vicini di tenda francesi. Quella sera sarà indimenticabile.
Ora piove tanto, ci rifugiamo nel paesino di La Palud poi Marco e Francesca partono e anche noi lasciamo il bravo Maurice e puntiamo a Sud, alle Calanques marsigliesi.
Sembra un po' Napoli, guardie armate difendono una baia privata. Da una parte l'immensa periferia e dall'altra l'incontaminata natura. Scaliamo delle rocce bianche, molto tecniche e di movimento; una fessurina ostica ci respinge poi è l'ora di partire. Percorriamo a caso la statale sulla costa in cerca di un ristorante caratteristico, a breve lo troviamo. Sono una coppia, lui della Provenza e lei siciliana. mangiamo e beviamo e alla mezza partiamo. Viaggiamo senza pausa fino a Milano dove arriviamo alle sei di mattina, con la prima luce.
Tubino e a letto.

Qualche foto a caso























































Info:

Come al solito per info sulle vie, chiedete!
A La Palud è facilmente reperibile la guida d'arrampicata.
Consiglio il campeggio di Maurice!

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