sabato 26 maggio 2012

Una tromba dopo La tromba

Quante trombe in quel giorno di pioggia che ci impedì di attaccare La Demande... eh Marco?!
Non è necessario rivalicare le Alpi per scalare una magnifica via storica in fessura, è sufficiente arrivare in cima al nostro lago, girare a destra e poi a sinistra ed entrare in Valle (rigorosamente a piedi!). Poi lei è lì, talmente evidente da sembrar finta (e sembra pure bagnata). Saliamo rapidi con un caldo inusuale tra radici, placche e lame da cavalcare nel vuoto poi di nuovo si cammina come se fossimo a terra ma invece siamo sospesi. Una grande lama segna l'inizio, sembra una prua incagliata. Strisciamo fino al bordo, poi le placche e l'inizio delle fessure. La prima è tutta bagnata però si lascia salire, le altre sono semplicemente fessure perfette e bellissime poi un'enorme tetto rompe la linea e la costringe a formare un grande arco, la Tromba appunto.
Scalo con le due mani e una gamba in fessura, l'altra gamba fuori annaspa, ci sono punti in cui si riesce a bloccare la gamba dentro e mollare le braccia, in questo modo posso rendermi conto di dove sono e di cosa sto scalando, è magnifico.
Arrivo al Pulpito e Marco mi raggiunge velocissimo, bravo!
Ora immense placche messe in movimento da fessure, lame e vene portano alla sommità, sta a noi trovar la giusta strada in questo Oceano Irrazionale.
Siamo sù e siamo anche felici, cosa ci manca? Seicento metri di doppie ancora ci separano dalla birra... Ci caliamo giù per il Precipizio e poi per l'Altare, qualche balzo nel bosco e siamo al Bar Monica!
A Milano ci aspetta la Greta con un piatto di pasta e il vinello, anche Fabiez cena con noi.
Ora siamo in quattro a districarci nella giungla urbana, al parchetto becchiamo i regaz... una Tromba e a nanna!












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